Saint Seiya/I Cavalieri dello Zodiaco GdR - The Saint Order

I Cancelli del Valhalla

decimo passo obbligatorio per Asgard, difeso da: Balder Ulrich Von Lichtenstein

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  1. .:Odino
     
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    All'invasore a cui è dato superare la forza dei due guerrieri gemelli, non resta che varcare l'enorme cancello che conduce, finalmente, al Castello ove il prediletto di Odino siede e detta legge. Tuttavia, superare questo ostacolo non può dirsi più facile dei precedenti, poiché esso è composto da un Portone capace di rispedire al mittente ogni colpo a lui rivolto. L'unico modo per poter oltrepassare un tale luogo è abbatterne il custode, ovvero il Cavaliere di Balder. Anche questa, cosa affatto facile.

     
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    Il corridoio intrapreso condusse verso un sontuoso arco e sebbene vi regnasse il silenzio, Khorne fu pervaso da una certa quiete nell'assaporare la maestosità che si trapelava valicando la soglia della volta, ne percepiva infatti lo sfarzo tipico dedicato per una sala reale, segno inequivocabile del raggiungimento della sua mera finale.
    Prima di entrare decise di attendere, come se il suo intuito gli avesse suggerito che un passo azzardato poteva essere incauto per chi non è voluto, specialmente quando vide una flebile barriera di cosmo custodire l'entrata.
    Per la prima volta il generale di Scilla esitò, ma i suoi sensi si allarmarono alla ricerca dell'eventuale artefice di quel subdolo giochetto.
    Bucefalo nitrì selvaggio e irrequieto, quasi a voler intimidire e al tempo stesso spronare chiunque si celasse. Khorne sogghignò trepidante.

    Vieni fuori, femminuccia!


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  3. Kurein no Yuuki
     
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    Continua da qui.

    Yuuki continua la sua avanzata in quella sorta di labirinto fino a giungere in un corridoio alla cui fine scorge le spalle di un guerriero su un cavallo. Si ferma, rimanendo in silenzio e osservando attentamente le due figure per un po’.
    E’ sicura che quel ragazzo sia Khorne, un marine assetato di sangue e gloria, contro cui ha duellato molto tempo prima venendo sconfitta e umiliata visto che all’epoca era ancora una guerriera inesperta. Da allora Yuuki si è impegnata per migliorare diventando una guerriera esperta senza timore di affrontare nessun tipo di nemico, forse un po’ arrogante e troppo sicura di sé, ma di certo con la stessa fierezza e voglia di difendere i più deboli che aveva quando fu investita dell’argentea armatura della Gru.
    Passano pochi istanti e il silenzio viene interrotto dal nitrire dell'equino e dalla voce del marine che chiede di palesarsi alla “femminuccia” presente. Ascoltando quelle parole Yuuki si offende, perché suppone che lui già sappia della sua presenza e vuole farsi beffa di lei. Atona gli risponde.

    Non mi chiamare femminuccia, ti ho già dimostrato una volta che non sono una ragazza qualsiasi.

    Seppur nessuno può vedere il suo viso, perché indossa una maschera come tutte le altre sacerdotesse fedeli ad Atena, lei sorride sicura di sé dopo aver pronunciato quella frase.
    Con la mano destra stringe e tira per un’estremità la sciarpa facendola scivolare sull’armatura prima di toccare il pavimento; in quello stesso istante il suo corpo viene ammantato da un’argentea aura. Lo sguardo si fa più serio e la voce lascia ora trapelare l’arroganza che caratterizza la coreana mentre riprende a parlare.

    Non proseguirai oltre, questo luogo sarà la tua tomba, inizia a recitare le tue ultime volontà.
     
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    Tutto il suo pazzo sguardo si voltò laddove una voce femminile appestava l'aria con insolenti e incaute parole.
    Rise gonfio di belluria nel riconoscere i connotati della ragazzina che lo aveva raggiunto, che come a suo tempo aveva deciso di abbandonare il gioco delle bambole per fare la spaccona indossando quelle quattro placche argentate ed immolarsi nel nome di Atena.

    Hola, ma chi si rivede! Pare che io e voi santini siamo uniti da un profondo legame. Però qualcosa di nuovo potreste dire qualche volta...

    Disse scendendo da cavallo mentre il volto si illuminò di un sorriso gioviale, ma al contempo non meno inquietante per il mistero che lo attorniava.
    Avanzò di qualche passo verso la sacerdotessa allargando le braccia come a voler abbracciare un'amica ritrovata da tanto tempo.

    E meno male, cominciavo a soffrire di solitudine. Sai com'è... chi ti ha preceduto non era di buona compagnia, tuttavia...

    Si fermò a qualche metro di distanza, impettito e superbo come suo solito:

    ...a me di questa terra immonda non me ne frega nulla, ancor meno chi vi abita, ma oltre quella ridicola barriera di cosmo vi è qualcosa che mi appartiene. Nella mia misericordia ho pattuito la fine del massacro in cambio di non avere ostacoli di sorta e recuperare ciò che è mio. Chi si è ribellato è caduto, mentre se ti preme sapere la sorte del tuo amichetto con la catenina, ebbene egli è vivo ma per mia grazia e perchè ha accettato saggiamente la proposta.

    In quel momento chi lo osservava avrebbe potuto notare il repentino mutarsi dell'espressione ostentata, non più calma e rilassata, bensì cenni di una rabbia che poteva esplodere in qualsiasi istante. Protese un dito accusatore verso la ragazzina e con tono più greve proferì:

    Se tu mi ostacolerai verrai meno a questo patto, e tu e tutti coloro finora risparmiati verranno uccisi tra le più atroci sofferenze. Non potete vincere questa guerra, deponi le armi e scansati! E finchè puoi salva il salvabile..

    Ma l'imprevedibile e subdolo Khorne non diede mai l'impressione dei suoi veri intenti poichè sempre indecifrabili.

    Anche perchè, a dire il vero, mi dispiacerebbe sculacciare ancora un così bel sederino!

    I suoi occhi si deliziarono nel seguire i bei contorni della fanciulla estasiandolo in sogni che contemplavano ogni tipo di perversione derivata dalla violenza carnale. Infine, ad accentuare il suo morboso desiderio, si leccò le labbra sapendo di fare leva sull'orgoglio femminile e quindi provocare la sacerdotessa.
    Ad ogn imodo il suo cosmo s'espanse, pronto ad accogliere doverosamente la risposta altrui.




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  5. Kurein no Yuuki
     
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    Le pupille color acquamarina di Yuuki scrutano insistentemente il ragazzo, il quale dopo aver compreso l'identità di chi l'ha appena raggiunto scende dal cavallo e fa per avvicinarsi schiudendo le proprie labbra.

    “Tante parole per nulla.“

    Pensa la biondina sempre più infastidita dalle parole e dal modo di fare di Khorne. Vorrebbe replicare e interrompere quelle frasi per lei senza senso, ma il ragazzo inizia a farle una proposta, citando anche il cavaliere d’Andromeda.

    “ Meno male, Toki è ancora vivo. E’ talmente nobile d’animo da credere anche alla parola di un nemico …. ma posso davvero fidarci di Khorne?
    … Non mi fiderò mai di una persona come lui!”


    La notizia che il suo amico era ancora vivo la rallegra, però non era il momento di rilassarsi. Khorne la mette innanzi a una scelta importante … lasciare che lui avanzasse con la promessa che tutti gli innocenti sarebbero stati risparmiati, oppure fermarlo con la promessa che se lei fallisse vi sarebbe un massacro
    Yuuki riflette anche sul fatto che non avverte più cosmi di alleati ma solo di alcuni nemici e il dubbio che è l’unica speranza rimasta a difesa di Asgrad si fa strada nella sua mente. Tutto ora dipende da lei.
    Abbassa per un attimo lo sguardo mentre stringe forte la sciarpa - nella quale fa fluire il suo particolare cosmo - e pronta a qualsiasi evenienza risponde, mantenendo intatto quel tono di voce sostenuto che la caratterizza.

    «Bla bla bla, quante parole inutili …»

    Interrompe per qualche attimo la propria voce, dando origine ad un lungo e profondo respiro. L'aura cosmica ne circonda il profilo, sbalzando e smuovendo violentemente i suoi capelli.
    La sua attenzione ritorna sul nemico, fissandolo dritto negli occhi senza esitazione alcuna. Riprende a discorrere attuando al timbro della voce una nota d'ironia, tipica delle prese in giro.

    «Sai… io credo che ora quello che sarà sculacciato sei tu.»

    Un attimo dopo corre verso di lui muovendo la sciarpa impregnata di cosmo ardente sia con movimenti del braccio sia tramite l’uso della telecinesi, in modo che assuma movimenti irregolari atti a colpire il nemico. Se riesce a colpirlo può provocargli ustioni e danni simili dovuti al contatto con la sciarpa resa rovente tramite il cosmo.
    Questa è la risposta che la ragazza ha dato al marine.


    CITAZIONE
    Stato Fisico: Ottimale
    Cosmo: Brucia al massimo
    Armatura: Silver Cloth della Gru, indossata e integra.
    Slot Attacco: Burning Whip: La Saint della Gru infonde nella sua sciarpa parte del suo cosmo ardente, successivamente sia con movimenti delle mani, sia tramite la psicocinesi la usa come se fosse una frusta rovente. I danni saranno simili al contatto con il fuoco, nel caso il nemico ne venisse colpito.

     
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    La sua prima reazione ad un carattere cosi peperino fu una risata a pieni polmoni, che echeggiò per lunghi e interminabili istanti nel salone. Appurò con inquietante felicità di come nulla era cambiato dal loro ultimo incontro, se non per un particolare che probabilmente avrebbe giocato a suo favore: la ragazza forse non sapeva che non era più il discolo Khorne quello che si accingeva ad affrontare con tanta stoltezza, semmai un veterano di tante battaglie che poteva ostentare un cosmo vasto e possente.
    Ala pseudo minaccia di venir sculacciato, Khorne fu quasi tentato di girarsi di spalle chinare il busto e calare i pantaloni mettendo in bella mostra il suo deretano, per poi girarsi di scatto rivelando il suo membro sviluppato e sbatterlo in faccia a quella ragazzina tanto malmustosa e farla tacere un po'. Tuttavia la sua armatura e il suo rango elitario gli ricordò a quale dovere era chiamato a rispondere in noem di Nettuno e della gloria, motivo per cui la sua risata si spense, cosi come i suoi bollori.
    Con un ghigno malvagio e ancora vivo, proferì:

    Allora sarà con sommo piacere che adempierò al mio dovere, bambolina!

    Immediatamente dopo, la sciarpa brandita dalla saint sibilò andando a schiaffeggiare la guancia del generale, che si arrossì preannunciando un ustione notevole che sarebbe perdurata nel tempo. Eppure la follia era talmente radicata e contorta in lui che gli rese impossibile esternare ciò che provava realmente anche se la pativa oltre modo, come tutti gli uomini. Si passò una mano sulla guancia arrossata accennando una smorfia di finto fastidio. Malgrado dolesse e bruciasse come se si stesse sciogliendo, commentò l'accaduto con parole sinistre e di dileggio, dettate da una superbia incommensurabile:

    Non hai nient'altro da dimostrare con questo cencioso pezzo di stoffa? Volevo dimostrarti qualcosa incassando questa tua carezza... semplicemente quanto sei inferiore!

    Il suo cosmo d'un tratto s'espanse come un legno pregno di olio a cui viene dato fuoco. Flettè un poco le ginocchia e inclinò il busto preludendo uno scatto in avanti, che eseguì con fulminea rapidità, la massima concessagli dal suo cosmo. La mano si permeò di luce imperitura, dalla quale scagliò nel suo incedere delle sfere cosmiche al suolo atte ad abbagliare all'impatto la vista altrui, frattanto si sarebbe scostato un poco di lato sicchè la sua vera offensiva avvenisse alla destra e non frontalmente come dapprima aveva fatto intendere. Le sue ginocchiere si illuminarono onde rievocare la forza belluina di un orso, le cui letali zanne prevedevano di dilaniare la vittima alle direzione delle lunghe e lisce cosce della saint sprovviste di corazza. Era ovvio che tale arringa era contemplata per preludere i movimenti della ragazza, in modo tale da essere facile preda delle altre bestie di Scilla che già reclamavano sangue.

    CITAZIONE
    - Bestia mitologica - (abilità passiva)
    Scilla è una creatura chimerica che assimila le caratteristiche di vari animali, tra questi vi è la velocità dell'aquila, l'agilità del lupo, la forza dell'orso, ecc... Questo insieme di attributi conferiscono un lieve miglioramento dei sensi, in particolar modo l'agilità e i riflessi, i quali non potrebbero essere emulati da nessun parigrado (tranne casi specifici).

    CITAZIONE
    - Orso Bruno (Grizzly Stap) - [offensiva]
    E’ la materializzazione dell’animale più forte fisicamente. Viene utilizzato per cercare di prendere l’avversario in un doloroso abbraccio di morte. Sventrare la preda con la forza belluina cui gli è propria, questo è il cruento scopo di un orso famelico. Il Generale, caricando il cosmo nel ginocchio, sferra un attacco potente col quale genera una scia d’energia che assume le sembianze di un orso e colpisce con la stessa violenza.
    io32iv

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  7. Kurein no Yuuki
     
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    La sciarpa imbevuta di cosmo ardente riesce a colpire il nemico su una guancia, quindi Yuuki è sicura di aver provocato su tale zona un’ustione accompagnata da molto dolore. Soddisfatta del primo vantaggio ottenuto si lascia sfuggire un sottile sorriso divertito celato dalla maschera mentre osserva l'avversario che accarezza la bruciatura con la mano. Ciò che dice Khorne è ciò che fa mutare quel sorriso trasformandolo in un taglio fra le guance, teso ed irritato. Un suo attacco andato a segno, per giunta dei migliori, incapace di provocare fastidio al marine?
    Incredula dell’accaduto vede l’attimo successivo il ragazzo correre velocemente contro di lei e creare delle sfere di cosmo che fa impattare con il pavimento in modo da creare un forte bagliore che ingoia la penombra del corridoio abbagliando Yuuki. Per istinto la sacerdotessa indietreggia socchiudendo gli occhi e porta gli avambracci piegati a protezione del volto.
    Cerca di richiamare rapidamente il suo potere e lo espande intorno a sé formando una barriera in modo da avere una minima protezione dal possibile attacco successivo del nemico, che purtroppo si rivela inutile. Infatti, l’avversario riesce a provocargli profonde ferite alle cosce - parti delle sue gambe non protette dall’armatura - che la costringono a cadere a terra emettendo un grido per il dolore.
    Gli occhi color acquamarina diventano lucidi e da essi delle lacrime sgorgano bagnando l’inespressiva maschera argentea.

    “Fa male, fa tanto male ... ma non posso arrendermi.”

    Pensa rimanendo immobile per qualche secondo, poi prova a rialzarsi ma non riesce perché il dolore è così intenso da farle sentire come paralizzati gli arti inferiori.
    Abbassa lo guardo, mentre parte della sicurezza ostentata fino a poco prima è svanita dal suo animo, come neve al sole. Si sente alla completa mercé del suo avversario, tuttavia il termine ‘arrendersi’ difficilmente fa parte dei modi di fare della giovane coreana.
    Morire o vivere … tutto dipende ormai solo dal destino che è stato scelto per lei dal fato, quindi tanto vale provare fino alla fine a resistere e combattere.
    Bisogna precisare che anche se è solo una comune ragazza dentro di lei è vivo uno spirito guerriero, infatti non è diventata una sacerdotessa per semplice moda; è un ruolo che significa rinnegare se stessa per perseguire degli ideali e il bene. Inizialmente è stato difficile per lei essere una sacerdotessa con tutte le conseguenze che porta, ma nel tempo è diventato motivo di orgoglio. Proprio questo sentimento non le permette di arrendersi, desiderando la vendetta per la precedente sconfitta subita dal marine; nello stesso tempo sente il dovere di fermarlo e non permettergli di procedere oltre. Gli piacerebbe vederlo strisciare a terra morente, proprio come le vittime che lui ha falciato per le barbarie compiute.
    Fa un respiro profondo, alza il volto e si rivolge a Khorne con un filo di voce.

    «Mi hai fatto davvero male…»

    Stringe forte la sciarpa mentre il suo corpo viene avvolto da una fiamma argentea. Con movimenti lenti del braccio muove lo scialle rosso intorno a sè lentamente, poi tramite la psicocinesi nè aumenta la velocità e la forza, in modo da alzare un polverone intorno a sé. Un’azione che agli occhi del marine può sembrare banale forse, ma che rappresenta la preparazione di un attacco a sorpresa.
    Si rivolge ancora a lui cercando di mostrare la sua solita sicurezza e fierezza anche se sa bene che si trova in netto svantaggio.

    «Sai, inizio a pensare che sei davvero forte. Mi hai già sconfitta una volta e oggi sei sulla buona strada per sconfiggermi ancora. Tuttavia la soddisfazione di sculacciarti questa volta la voglio avere.»

    Nel frattempo che parla impone davanti a sé la mano libera avvolta da un guanto di cosmo ardente che poi si dissolve senza generare nessun effetto visibile.
    In realtà ha reso ardente la polvere precedentemente alzata infondendovi del cosmo, così varia i movimenti della sciarpa per sospingere quel polverone verso il nemico sperando che lui – non sospettando il reale pericolo di quell’attacco – si faccia investire e respiri la nube.
    In rapporto a quanto tempo lui rimane a contatto con la nube può avere delle microscottature per contatto sulle parti del corpo prive di protezione e l’indebolimento del respiro dovuto ai danni interni provocati dall'inalazione di tale polvere ardente.
    In ogni caso la giovane spera che l’elemento sorpresa - caratteristico di questa tecnica - la aiuti ad almeno danneggiare un po’ l’avversario.

    CITAZIONE
    Stato Fisico: Su entrambe le cosce ha una profonda ferita. Per il forte dolore che prova ha la sensazione che le gambe le si siano paralizzate.
    Cosmo: Brucia a media potenza
    Armatura: Silver Cloth della Gru, indossata e integra.
    Slot Difesa: Cosmic Sphere: Yuuki espande intorno a se a 360° il cosmo creando una barriera sferica. Tale sfera di cosmo non le permette libertà di movimento, ma la protegge dai colpi cosmici.
    Slot Attacco: Fire Dust: La Silver muove freneticamente davanti a sé la sua sciarpa tramite la psicocinesi in modo da alzare un grande polverone. Imponendo successivamente una mano in avanti infonde a questa "nuvola di polvere" il suo cosmo rovente.
    La "nuvola ardente" non può essere guidata al punto di seguire il nemico, ma solo sospinta verso di lui con dei piccoli spostamenti d'aria generati da dei movimenti veloci e bruschi della sciarpa.
    I danni che provoca questa povere di fuoco possono essere di due tipi: diffuse micro bruciature sulla pelle investita dalla nube ardente oppure, nei casi più gravi, se respirata tale polvere ardente può lesionare i polmoni e creare problemi respiratori. Il danno è tanto maggiore quanto più il nemico resta a contatto con la polvere, o in rapporto alla quantità che esso "respira" inavvertitamente.

     
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    I gemiti della sacerdotessa furono accolti con un'espressione beata, visibile però solo in una metà del viso poichè l'altra era rimasta ferma, quasi fosse scolpita nella pietra, per via della guancia martoriata che il generale ostentava, ove la frusta aveva lasciato segni tali e un dolore che rendeva vano qualsiasi movimento di quella parte di mascella.

    Ma il sangue copioso del nemico che goccia dopo goccia si riversava sul suolo, fu un motivo per cui crogiolarsi della propria superbia e ristabilire le antiche gerarchia che prevedevano Poseidone come indiscusso signore di Asgard. In quell'istante in cui i suoi occhi si pacevano del sangue altrui, il generale irrise Odino per la pochezza che gli aveva inviato contro, nonché un'altra vittima da sacrificare sugli altari dell'Imperatore. Il raggiungimento dei suoi obiettivi era ormai prossimo, sentiva già i suoi piedi calcare il pavimento legnoso della sua nave che da troppo tempo era segregata alla custodia di esseri inferiori, indegni anche di posarvi il solo sguardo.

    Vide la sacerdotessa animare la frusta in una strana danza con cui generò una nube atta a fluttuare intorno a lui. Sogghignò pieno di baldanza dinanzi ad una cosi apparente nullità:

    Tsk...una nube di polvere.. che idiozia!

    Eppure il respiro divenne affannoso e ostico, specialmente quando lo sentì pungente come se tanti piccoli aghi fossero entrati nei polmoni. L'aria pregna di fuliggine che lo attorniava era irrespirabile sicchè il suo apparato respiratorio cominciò ad agognare una disperata presenza di ossigeno. Divenne paonazzo in viso e inevitabilmente indietreggiò di alcuni passi, mentre ambedue le mani raggiungevano la gola nel tipico gesto angosciante di chi cerca di proteggersi da una sostanza venefica o tossica.

    Maledetta puttana!

    La mancina aperta si allontanò dalla gola per protendersi titubante verso quella dell'avversaria e, malgrado la distanza, mimare che gli avrebbe spiccato la testa dal grazioso corpo, proclamo annunciato dall'improvvisa chiusura della medesima mano in un pugno ferreo.
    Infine la sua fierezza cedette cosicchè il generale finì in ginocchio con il volto che mostrava tutto il suo tormento. Ma la sua dipartita non era giunta, tantomeno per mano di una lurida sgualdrina di Atena. Non vi era in gioco la conquista della nave e di un regno, semmai la reputazione della sua nomea, che sarebbe finita nel fango e nell'umiliazione qualora fosse stato sconfitto da un avversario tanto debole quale era una donna.
    Inginocchiato e con la mano destra che ancora serrava la propria gola, il generale espanse il cosmo e lo concentrò sulla mancina, la quale sfiorò il suolo affinchè l'energia penetrasse nell'entroterra. Il suo intento contemplava di far scaturire dal sottosuolo la possanza delle onde marine in modo tale da dissipare la nube tossica che lo circondava e al tempo stesso spingerle in avanti e travolgere la soldatina di Atena con l'impetuoso incedere dei flutti del Pacifico. E fu un enorme sollievo constatare di come la brezza del mare stesse ristorando i suoi polmoni e sopratutto... di come avanzava inesorabile per riaffermare l'ordine della natura che la saint sperava di rovesciare con tanta stoltezza: l'acqua dominare sul fuoco.


    CITAZIONE
    - Flutti del Pacifico - [offensiva]
    Tale tecnica denota la padronanza del Generale nel dominare le acque. Destando la furia del Pacifico, egli richiama intorno a sè, direttamente dal sottosuolo, gli impetuosi flutti dei mari, i quali assumono la forma di una cupola. Il generale diviene egli stesso l‘epicentro di una immane esplosione acquatica e cosmica che si propaga a 360° nel tentativo di travolgere qualunque cosa nel circondario e annichilirlo per la pressione.
    Variante: i flussi che scaturiscono dal terreno, anziché circondare il generale, prorompono in colonne vorticanti presumibilmente sotto i piedi del nemico, con lo scopo di sorprenderlo ed alzarlo in aria per poi farlo cadere rovinosamente al suolo.
    isaak39du

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  9. Kurein no Yuuki
     
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    Come sperato Khorne non si aspetta il reale effetto che l’offensiva della ragazza nasconde. Parte della nube ardente gli entra nei polmoni causandogli difficoltà nel respirare, tanto da indurlo a indietreggiare e inginocchiare a terra.
    Soddisfatta nel vedere l’agonia dell’avversario Yuuki riacquista un po’ di fiducia in sé, così si rivolge a lui per prenderlo in giro con un tono di voce dolce e nello stesso tempo ironico.

    «Che succede? Hai detto che volevi sculacciarmi, perché ti allontani? Sei tutto rosso … non respiri bene?»

    Si diverte a schernire il suo avversario, tuttavia non riesce a sorridere perché prova ancora un forte dolore alle cosce.
    Come si può comprendere la sorpresa ricevuta e la successiva presa in giro non fanno piacere al marine il quale, toccando il suolo con una mano, genera delle onde d’acqua che impetuose si dirigono verso la ragazza con il solo scopo di travolgerla. Accorgendosi di quanto sta per accadere la sacerdotessa rapida concentra nelle proprie mani una certa quantità di cosmo misto a energia psichica e la dirige verso l’acqua generando così un’onda d’urto nella speranza di salvarsi. La sfera di energia psichica non riesce a fermare i flutti ma li depotenzia notevolmente prima che trascinino la fanciulla per qualche metro.
    Quando il tutto finisce Yuuki è sdraiata supina, avvolta da una sensazione di intorpidimento e dolore diffuso su tutto il corpo e respira con fatica. Porta la mano desta al collo per stringere il ciondolo d’oro che indossa in cui è contenuta una foto dei suoi cari, dispiacendosi perché forse non potrà tornare da loro vista la situazione in cui si trova. Le vestigia della Gru le hanno salvato la vita, ma sono ammaccate e in alcuni punti seriamente danneggiate, tanto che da diventare una difesa effimera. Come se ciò non bastasse, le ferite alle gambe continuano a sanguinare provocando un indebolimento generale del fisico. L’unica cosa positiva per la guerriera è che il suo volto è ancora coperto dalla maschera, quindi il suo orgoglio e la sua fede ancora non le sono stati sottratti.
    Cerca di mettersi seduta con scarso successo preferendo alla fine rimanere sdraiata.

    «Spero che muori tra atroci sofferenze… »

    Sussurra nei confronti di Khorne ostentando un po’ di quel carattere saccente che ora sembra essere presente in lei solo in parte. Fa scivolare entrambe le mani in modo che i palmi vadano a toccare il pavimento, mentre concentrandosi richiama a sé tutto il cosmo che le rimane in corpo, lo rende rovente e lo infonde nel sottosuolo dirigendolo verso il marine per attaccarlo con colonne di cosmo rovente che fuoriescono dal suolo. Una volta generate tali colonne non le può spostare, tuttavia Yuuki spera di riuscire a cogliere di sorpresa Khorne che forse non si aspetta che lei possa attaccarlo nello stato in cui si trova.

    Successivamente richiama a sé la sua sciarpa tramite i suoi poteri mentali, facendola adagiare su di lei in maniera confusa; con una mano la porta vicino al volto e vi struscia sopra una guancia in un gesto tenero che le infonde calore, come se fosse una carezza datale dalla madre. Non a caso lo scialle fu confezionato proprio dalla mamma alcuni mesi prima per lasciarle un ricordo.

    «Mamma … »

    Pronuncia trattenendo le lacrime sapendo bene che, se il ragazzo fosse riuscito a sopravvivere alle colonne, avrebbe riversato tutta la sua forza verso di lei.
    Un’improvvisa stanchezza la avvolge, mentre il corpo diventa leggero e tutto il dolore che prova sparisce. Poco dopo perde i sensi forse a causa della quantità di sangue che ha perso.
    Il futuro diventa buio per la ragazza e ciò che dà lì a poco sarebbe potuto accadere è dato al fato.


    CITAZIONE
    Stato Fisico: Dolore diffuso su tutto il corpo tanto forte da impedirle di muoversi. Le ferite alle gambe continuano a sanguinare e tale perdita porta nel giro di pochi minuti la ragazza allo svenimento.
    Cosmo: Brucia a media potenza durante l'esecuzione delle tecniche e poi si affievolisce quando sviene.
    Armatura: Silver Cloth della Gru, indossata. E' ridotta malissimo, riportando vari danni e ammaccature.
    Slot Difesa: Psychic Wave: La Silver Saint tramite l’uso di una piccola parte di cosmo può concentrare dell’energia psichica creando un’onda d’urto che non è visibile, tranne che a chi possiede poteri psichici, ma può essere percepita come un’imponente folata di vento e per i danni visibili che provoca all’ambiente circostante. Se il nemico ne viene colpito potrà subire danni da impatto. L'efficacia di tale abilità va considerata in rapporto al livello energetico e alle abilità dei personaggi.
    Slot Attacco: Flame Surprise: La Silver Saint appoggiando le mani al suolo infonde nel sottosuolo il suo particolare cosmo ardente che fa poi fuoriuscire in forma di colonne cosmiche dal terreno verso il cielo in prossimità del nemico. Le colonne create dalla Sacerdotessa possono provocare ustioni e altri danni similari dovuti al cosmo ardente. La caratteristica principale di questa tecnica non è tanto la potenza o i danni che può creare, quanto l'effetto sorpresa.

     
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    Diramata la fuliggine, la respirazione tornò a essere più regolare concedendoli finalmente un minimo di sollievo. Come un palombaro emerso dalle profonde acque del mare, il generale di Scilla respirò a pieni polmoni, inebriandosi del vento salato che profumava l'aria appestata dal fuoco della sacerdotessa.
    Vide la ragazza supina in un lago di sangue mentre l'acqua marina ancora ne bagnava l'intero corpo ferito e falcidiato. Contemplò per un attimo quella cosi gracile ma graziosa figura inerme che giaceva dinanzi, e ne rimase quasi dispiaciuto per non averli dedicato il giusto servizietto, ma talvolta sulla carne morta non valeva la pena soffermarsi oltre.
    Tuttavia ben altri sollazzi lo aspettavano, sospinti dalla gloria della conquista e dall'ennesimo nemico sconfitto in nome dell'Imperatore.

    Avanzò verso la sacerdotessa pervaso dai suoi sogni di dominio, ma il tremore sotto i propri piedi lo fecero indugiare. Il pavimento inondato ancora dall'acqua ribollì irrequieto contro la sua volontà, come se qualcosa dal sottosuolo stesse per prorompere, una situazione che il generale aveva già affrontato contro vari nemici che, come lui, non disdegnavano affatto l'uso di subdoli stratagemmi per sorprendere l'avversario.
    Saltò quindi bruciando il cosmo affinchè prese forma di una cupola difensiva, tuttavia le ustioni che ancora lo affliggevano non gli permisero quella reazione celere necessaria per scongiurare del tutto il pericolo. Difatti delle colonne di fuoco si innalzarono e talvolta lo raggiunsero abbattendosi sulla barriera. L'impatto però fu tale da sbalzarlo via ben oltre e farlo cadere rovinosamente al suolo, mentre una sferzata rovente lo accarezzò rammentandoli che il fuoco altrui non era ancora stato domato del tutto.

    Pagherai col sangue!

    Commentò mentre riversava al suolo dolorante. Sentì il suo braccio sinistro debilitato, ne tradusse una frattura e al contempo il capo era sprovvisto del suo diadema, che vide rotolare nei pressi della sacerdotessa. Un rivolo di sangue colava da una ferita sulla fronte e a quel punto la sua furia divenne incontenibile. Sbattè il pugno destro sul pavimento in un atto collerico, il volto assunse i connotati provenienti da un odio scellerato e, finalmente, si alzò in piedi circondato da un cosmo radioso, nonchè il preannunzio della sua risposta rabbiosa.
    Il suo incedere parve ricondurre al furore del mare mentre si abbatte sugli scogli. Il viso bagnato di sangue gli dava un aspetto assassino, simile ad un angelo sanguinario prossimo a mietere morte senza pietà o remore alcuna.

    Si fermò solo ad un passo dalla sacerdotessa esanime al suolo. La sua mano si avviluppò di un alone celeste, che poi strinse in un pugno pronto a dare il colpo di grazia all'avversaria.

    La fine che ti ho promesso è qui che ti attende!

    Ma la fine che lui intendeva non era il conforto di una morte rapida e indolore, anzi. Non voleva affatto che la sacerdotessa morisse, o almeno non in quel momento e non in un luogo cui nessuno avrebbe potuto assistere alla sua ingloriosa disfatta. No.. lui voleva che vivesse, ma al tempo stesso farla soffrire a lungo cosicchè col tempo potesse rimembrare a quale sciocca presunzione si era cimentata.
    Il cosmo intriso in quel pugno implacabile andò scemando e fu cosi che quindi scelse di non infierire su di lei, lasciando invece che fosse l'umiliazione a tormentarla fino all'ultimo giorno di vita.

    Sei figure ammantate di nero nemmeno dall'ombra. Non ne vide i volti ma ne riconobbe i cosmi latenti. Raccolse il diadema, se lo passò a mò di corona e senza degnare di uno sguardo i presenti, ordinò:

    Il patto è stato spezzato... Coprite quel corpo con una montagna di teste mozzate. Al suo risveglio capirà quale è stato il prezzo per la mia indulgenza.

    Sentenziò agli uomini del Carapace Nero prima di valicare il portale e lasciarsi alle spalle l'ennesimo cruento scempio.

    CITAZIONE
    - Barriera dei mari - [difensiva]
    Come a voler intimare l’arresto di ciò che gli si pone dinnanzi. Il Generale impone le mani plasmando quindi un muro difensivo degno di nota. Peculiarità di questa difesa è, in realtà, la facoltà del cavaliere di cambiarne la sostanza, sicchè:
    - Sarà duro come cemento per fermare gli attacchi fisici;
    - Sarà simile a cuscinetto che ammortizza gli urti del cosmo altrui.
    [Tecnica Potenziata]
    049vu

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    sapendo che il duello non è valido per la guerra mi sono permesso questa piccola scena gdr finale che non inciderà affatto sugli eventi ^^
    nel frattempo ringrazio shu per iil duello, seppur inutile.
    ad ogni modo mi sono divertito
     
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    Capitolo Decimo: L'Arrivo del Mostro part.2

    Finalmente lo specter stava per raggiungere i cancelli del Valhalla, luogo dove da poco s'era concluso un duello, non troppo terribile, ne tanto meno epico, sembrava quasi uno scambi di sberle tra donne infuriate.
    Gennosuke entrava così in quel luogo, i suoi piedi toccavano il pavimento bagnato mentre il naso respirava un aria pesante, era come se l'aria che fin ora era stata gelida a causa delle temperatura fredda di Asgard aveva avuto un sbalzo così da raggiungere un calore accettabile.
    Le pupille come impazzite si muovevano per osservare il luogo, cercava i due duellanti, e sebbene non era riuscito a fermare quello scontro, quanto meno era suo dovere fermare il vincitore di quella guisa, annullando l'ordine di conquistare o radere al suolo la gelida Asgard.
    Ardeva il proprio cosmo mentre con passo deciso s'avvicinava al centro della sala, ed alle sue spalle si manifestava la figura orribile di un mostro, un demone che nessuno poteva sostenere lo sguardo, ragion per cui, tutti coloro che non possedevano un cosmo abbastanza potente ed aggressivo erano costretti a cedere il passo e scomparire dalla sua vista, poichè, quello che poi gli occhi che avevano ritrovato la luce poterono vedere altro non faceva che far infuriar ancora di più il Granduca di Francia.
    Con tono grave di voce, intimò a chiunque si muoveva nell'ombra di sparire, poi, guardando un po' più in la' riconosceva la schiena di un uomo e prese la parola.

    «Fermo! Non osare andare oltre se non vuoi farmi arrabbiare ancora di più.»

    S'avvicinava poi all'altro contendente alla vittoria, ne aveva riconosciuto i tratti femminili, e questa era Yuuki, la sacerdotessa guerriera. Con un colpo sul muscolo alto della coscia voleva svegliarla, più o meno da ciò che poteva vedere quelle non erano ferite mortali e la giovane, sebbene impedita ad alzarsi poteva almeno ascoltare.
    Riprendeva fiato, poichè tale la rabbia che il cuore si batteva così forte che quasi lo portava all'affanno; sbuffava aloni di calore quasi come un mostro, e poi una volta ripreso il controllo, il cavaliere nero si rivolgeva verso Khorne.

    « Khorne! Cosa diavolo significa tutto questo eh? Chi ha ordinato quest'attacco!? La mia pazienza ha un limite.»

     
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  12. Kurein no Yuuki
     
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    Yuuki gemette aprendo gli occhi per un’improvvisa fitta alle gambe. Ci mise qualche istante a capire che aveva ricevuto un colpo sul muscolo alto della coscia e ciò le aveva provocato un dolore così forte da farla risvegliare. Cercò di vedere i lineamenti di Khorne - pensando che era stato lui - scoprendo invece che era sopraggiunto un altro nemico, nettamente più temibile di Khorne.

    «Gennosuke?!»

    Sussurrò terrorizzata e ricordandosi del loro precedente incontro. Già perché lei aveva già incontrato quello spectre e aveva giurato vendetta nei suoi confronti perché l’aveva vista priva di maschera. Se non fosse stato che si sentiva indolenzita ed era immobilizzata dal dolore alle gambe gli si sarebbe gettata contro per ucciderlo.
    La situazione per lei non era positiva, ma per fortuna Gennosuke non la stava in quel momento considerando, piuttosto rivolgeva gravi parole di rimprovero a Khorne. La sacerdotessa era incuriosita da quale relazione ci potesse essere tra i due, quindi si mise ad ascoltarli.
     
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    Il pacersi della vittoria non li fu concesso poiché a frapporsi tra lui e la gloria ci fu l'avvento di un cosmo estraneo, che il generale di Scilla conosceva e di cui ne ammirava la grandezza. L'incedere di un passo svelto quanto risoluto annunciò la presenza del maestro Gennosuke ai Cancelli del Valhalla, non più in guisa di mentore, bensi nell'austera figura di Granduca di Francia.
    Severi verbi di rimprovero che non ammettevano giustificazioni raggiunsero Khorne, il quale fece attendere la sua risposta e non prima di aver mostrato un ghigno irritante.
    Accennò col capo una sorta di inchino scomposto, quasi uno sberleffo.

    La vostra visita è alquanto inattesa maestro...

    Gli occhi cerulei si adombrarono di una luce maligna, col quale fu inevitabile rammentare di come la sorte gli fu avversa, giacchè per la seconda volta il passo gli fu fermato poco prima della conquista, e paradossalmente per mano alleata.

    E da quali accuse si dovrebbe discolpare un uomo che si cimenta a recuperare ciò che gli è stato sottratto?

    Disse alzando uno sguardo che ostentava un sorriso spavaldo, dettato dalle vittorie finora conseguite.




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    Capitolo Undicesimo: Buon viso.

    Gennosuke aveva sentito ciò che Khorne aveva da dargli, e quando s'accorgeva che anche Yuuki s'era svegliata, lo specter faceva un profondo respiro per poi prendere la parola.

    «Siete accusati d'insubordinazione, avete mosso guerra contro un altro regno senza interpellare me, vostro diretto superiore. Questa bolgia di sangue e polvere non è stata acconsentita ne da me ne dall'Imperatore, e visto ch'io parlo in sua vece, voi ora dovete fermare questa battaglia!» Con tono più duro continuava. «E tu, sei uno dei primi ad aver messo piede in questa terra ed aver mosso guerra! Voglio sapere chi ha dato l'ordine e con chi sei venuto inizialmente; forse tra noi c'è una talpa, un bastardo che ti ha usato per iniziare una campagna qui ad Asgard. Cosa hai da dire in tua discolpa?»

    Mentre parlava sentiva il sangue bollirgli dentro, non aveva mai pensato che qualcuno poteva metterlo in condizione di dover chiedere chiarimenti per una battaglia, specialmente, in quel caso, mostrare uno spiraglio di debolezze tra le sue fila davanti ad un nemico, tuttavia gli serviva un testimone per ciò che stava per fare, e doveva fare buon viso a cattivo gioco.

     
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    Khorne accolse le parole del maestro con finto stupore. In realtà egli sapeva di aver agito senza approvazione alcuna, ma al contempo era consapevole che nessuno dei poteri alti dell'Impero gli avrebbe concesso la sua vendetta, di cui già ne assaporava il gusto se non fosse per l'arrivo del Granduca.

    Non capisco la vostra inquietudine, maestro...

    Disse senza più prestare attenzione alcuna alla sacerdotessa, come se fosse una presenza impalpabile. Mostrò un sorriso apparentemente sincero, in egual maniera a cui si rivolge ad un amico di vecchia data.

    Io sono venuto in pace per porre rimedio alle scelleratezze del Granduca precedente.

    Ma seppur gioviale, un velo oscuro passava sul volto del generale di Scilla, rendendo sempre ostico agli interlocutori intuire la verità dei suoi intenti.

    Eppure quando la nobile Angelica fu rapita, tutti i generali scesero in battaglia! O non lo rammentate forse? Non sono io che ho provocato questa scia di sangue, ma coloro che mi hanno intralciato, perchè qui giace la mia nave che mi venne sottratta con un subdolo raggiro e io me la riprenderò, da solo, e con essa il mio onore!

    Proclamò serrando il pugno destro e accennando un'espressione furiosa in viso.

    Aprite gli occhi Granduca: la tregua tra Asgard e l'Impero dei Mari è decaduta molto prima del mio arrivo!



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